Spesso mi hanno chiesto se non provassi gelosia per il caravanserraglio che passa per le dimore di Silvio:
"Non mi fa' un baffo, quello per Silvietto e' solo un aperitivo, uno stuzzicchino, il piatto forte poi, sono solo io."
Certo tutte ste squinze portano a casa un bel gruzzoletto, mentre io da Silvio, non ho mai accettato nulla, neppure un cioccolatino (magari glielo hanno regalato avvelenato e lui, lo rifila senza saperlo).
Quello che facciamo a letto io ed il premier non glielo puo' offrire nessuna di quelle sguaiate, la relazione sessuale e' stata un crescendo ogni volta si aggiunge un particolare in piu' e come gia' detto, il tutto assolutamente al buio.
Ma ormai e' giunto il momento della verita', questa notte a letto ci sara' l'atto finale, il tripudio!
Dopo di cio' ogni maldicenza sara' spazzata via, non esisteranno piu' ne' le Noemi, ne' le D'Addario e nemmeno le Ruby e le creature delle favelas.
Dopo la mia "opera d'arte amatoria" Silvietto caccera' tutte ste donnacce (Minetti compresa), e non vorra piu' vederle nemmeno in cartolina, i suoi orizzonti si spalancheranno di fronte ad una nuova realta' e mai piu niente, sara' come prima..
Si! E' giunta l'ora di gridarlo al mondo, lasciate che mi presenti definitivamente, nella mia carriera ho avuto molti nomi Lola Falena, Uga Turman, Virgina d'Oreil, Anna Magnona, Rebecca de Morning, Cristina d'Havana, Filippa Hummerpak, Gigliola Cinguetta, Valeria Marinata, Marilyn Monroidi, Charlize Terrun, ma il mio vero nome e' Riccardo Merloni e faccio da vent'anni la dragqueen. (Silvio in tutto questo tempo non se ne e' accorto).
Stanotte, a letto, finalmente lo mettero' nel culo a Silvio Berlusconi, e con questo atto patriottico avro' vendicato l'Italia tutta!
mercoledì 2 febbraio 2011
martedì 18 gennaio 2011
Ebbene si, la donna senza volto di Silvio, sono io. PARTE SECONDA
Durante i successivi incontri Silvietto non fu mai avaro di complimenti, se una volta la mia bocca gli ricordava quella di Mara Carfagna, l'altra le mie mani gli richiamavano alla memoria quelle della Prestigiacomo (e dire che ho sempre pensato di avere le mani troppo grandi...), alle sue attenzioni rabbrividivo di piacere anche se mi venivano dubbi sul fatto che mi vedesse come un puzzle tipo il gioco "Indovina chi?".
Io cercavo sempre di distrarlo, carico di pensieri e preoccupazioni come puo' essere un Presidente del Consiglio... e ci riuscivo sempre!
Parlavamo di cose leggere, poco impegnative, la mia collezione di Hello Kitty, l'ultima ricetta della "Prova del cuoco", le novita' negli smalti per unghie, lui si vedeva che era felice, si rilassava.
C'era una regola d'oro pero', bastava non pronunciare certe parole, una volta arrivai ad un incontro con lieve ritardo e mi scappo' di dire che avevo avuto un impedimento, lui si rabbuio subito, gli avevo rimembrato il legittimo impedimento, mi ci vollero 20 minuti per farlo tornare a sorridere.
Passavano i mesi ed il nostro rapporto si faceva sempre piu' profondo ed intimo, i nostri tete a tete sempre piu' frequenti, non avevo quasi piu' tempo per frequentare le mie amiche e ricevetti delle lagnanze in merito da parte di molte d'esse: "Insomma Fifi per vederti bisogna fare una richiesta in carta da bollo?", (le mie amiche mi chiamano Fifi, ma per il mio tenerone sono Rebby, abbreviativo di Rebecca).
Lui e' sempre stato un gentiluomo, mai che mi abbia fatto domande imbarazzanti tipo dove lavori (per fortuna) o quanti anni hai (ne ho quarantadue, ma dico a tutti 33, come gli anni di Cristo).
La nostra relazione era molto dolce, delicata, fatta carezze, piccole attenzioni e smancerie, fino a che non si arrivava sulla soglia della camera da letto poi spegnevamo la luce e si salvi chi puo'; tutta la dolcezza lasciava spazio ad un fuoco di passioni, a piroette spregiudicate con il sottofondo musicale della "Cavalcata delle valchirie" che a lui piace da impazzire.
Spesso mi viene da pensare che tutta questa foga amatoria derivi dal fatto che voglia compensare la minidotazione fisica, ma questo non importa (anzi tanto meglio per me).
Ne ho discusso una volta col mio amico Lele (Mora), lui con Fabrizio (Corona) aveva il problema opposto, visto che lo ha ammesso lui in pubblico so che non gli sto facendo alcun torto.
lunedì 17 gennaio 2011
Ebbene si, la donna senza volto di Silvio, sono io. PARTE PRIMA
Abbiamo cercato di tenerlo nascosto a lungo, per difendere la nostra privacy ed io, in particolare perche' temevo che il mondo ed il mio tenerone non avrebbero capito, ma ora che Silvio e' stato costretto ad ammetterlo per difendersi dalle accuse infamanti dei pm, non me la sento piu' di celarmi nell'ombra, sento che e' giunto il momento di stracciare i drappi londinesi tra cui mi ammantavo per pudore ed umilta' e di gridare ai quattro venti tutta la mia passione. Il mio amore, Silvio, ti salvera'!
Tuto comincio' in una torrida notte di inizio estate del 2009, dopo alcune spensierate ore al Testaccio in compagnia di amici, stavo rientrando in taxi al mio hotel quando il taxista comicio' ad incomodarmi con avances pesanti e volgari, gli gridai di farmi scendere immediatamente, minacciandolo con la lima delle unghie, ma purtroppo non appena scesi e chiusi con veemenza lo sportello della vettura non mi accorsi che un lembo del mio Valentino rosso con voulant vi era rimasto imbrigliato, l'auto con una sgommata lo trasformo' in un miniabito molto succinto.
Poco importava, mancavano alcune centinaia di metri, anche se con un tacco 12 sui sampietrini sembrava una impresa alla Florence Griffith. Ero a meta' tragitto con il viso imperlato di sudore ed il maquillage che cominciava a sciogliersi come un panetto di burro dentro ad una fornace di acciaieria quando una limousine nera paro' al mio fianco. Un finestrino oscurato comincio' ad abbassarsi: "Mi consenta bella signora, non posso esimermi dal notare che forse si trova in difficolta'."
Mio dio era lui! Il mio cuore comincio' a battere a mille, cercai di riprendere il sangue freddo per riuscire ad organizzare i miei pensieri e rispondere sensatamente, non ne ebbi il tempo: "Sarei molto lieto di darle un passaggio".
"La ringrazio ma mancano poche centinaia di metri al mio hotel."
"Anche pochi metri per una gioia rara come lei potrebbero essere pericolosi, sa' Roma non e' piu' quella di una volta."
Accettai l'invito. Giunti all'entrata dell'hotel ci fermammo alcuni interminabili minuti a conversare in auto.
"Giovanni ma hai visto come siamo stati fortunati questa notte, abbiamo fatto una buona azione salvando una splendida donzella in pericolo." Disse rivolgendosi all'autista.
Io arrossii' e gli raccontai la mia disavventura.
"Ma e' riuscita a prendere il numero del taxi di quel manigoldo?"
"No, purtroppo."
"Non tutto il male viene per nuocere, se non fosse successo non ci saremmo conosciuti e senza l'incidente dell'abito non avrei potuto apprezzare le sue gambe, ma sa che ricordano quelle della Gabriella Carlucci?
"Troppo buono..."
Ci scambiammo il numero di telefono e quell'incontro fortuito fu il primo di una lunga serie....
Iscriviti a:
Post (Atom)