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LO SCOPO DI QUESTO BLOG

Ho aperto questo blog con l`intento, non solo di fornire informazioni sul mondo GLBT, ma sopratutto per stimolare una resistenza attiva alla dilagante ipocrisia che infetta sempre piu` l`Italia e non solo. Penso sia giunto il momento di reagire per difendere i nostri diritti, democraticamente ma con grande determinazione. Quindi ben vengano smascheramenti di personaggi pubblici che pubblicamente si esprimono contro i gay e poi allargano le gambe nel primo vicolo oscuro, preti pedofili e di malaffare, cosi` come creero` liste di aziende che hanno discriminato per motivi di gender e cerchero` di capire attraverso interviste come si fa ad appartenere al mondo GLBT e contemporaneamente votare per chi questo mondo lo osteggia con tutte le forze.
Ogni indicazione o suggerimento che mi aiuti in questa lotta e` benvenuto, cosi` come sono benvenute partecipazioni dirette a livello redazionale.
Sono convinto che ne leggeremo delle belle!

martedì 18 gennaio 2011

Ebbene si, la donna senza volto di Silvio, sono io. PARTE SECONDA


Durante i successivi incontri Silvietto non fu mai avaro di complimenti, se una volta la mia bocca gli ricordava quella di Mara Carfagna, l'altra le mie mani gli richiamavano alla memoria quelle della Prestigiacomo (e dire che ho sempre pensato di avere le mani troppo grandi...), alle sue attenzioni rabbrividivo di piacere anche se mi venivano dubbi sul fatto che mi vedesse come un puzzle tipo il gioco "Indovina chi?".
Io cercavo sempre di distrarlo, carico di pensieri e preoccupazioni come puo' essere un Presidente del Consiglio... e ci riuscivo sempre!
Parlavamo di cose leggere, poco impegnative, la mia collezione di Hello Kitty, l'ultima ricetta della "Prova del cuoco", le novita' negli smalti per unghie, lui si vedeva che era felice, si rilassava.
C'era una regola d'oro pero', bastava non pronunciare certe parole, una volta arrivai ad un incontro con lieve ritardo e mi scappo' di dire che avevo avuto un impedimento, lui si rabbuio subito, gli avevo rimembrato il legittimo impedimento, mi ci vollero 20 minuti per farlo tornare a sorridere.
Passavano i mesi ed il nostro rapporto si faceva sempre piu' profondo ed intimo, i nostri tete a tete sempre piu' frequenti, non avevo quasi piu' tempo per frequentare le mie amiche e ricevetti delle lagnanze in merito da parte di molte d'esse: "Insomma Fifi per vederti bisogna fare una richiesta in carta da bollo?", (le mie amiche mi chiamano Fifi, ma per il mio tenerone sono Rebby, abbreviativo di Rebecca).
Lui e' sempre stato un gentiluomo, mai che mi abbia fatto domande imbarazzanti tipo dove lavori (per fortuna) o quanti anni hai (ne ho quarantadue, ma dico a tutti 33, come gli anni di Cristo).
La nostra relazione era molto dolce, delicata, fatta carezze, piccole attenzioni e smancerie, fino a che non si arrivava sulla soglia della camera da letto poi spegnevamo la luce e si salvi chi puo'; tutta la dolcezza lasciava spazio ad un fuoco di passioni, a piroette spregiudicate con il sottofondo musicale della "Cavalcata delle valchirie" che a lui piace da impazzire.
Spesso mi viene da pensare che tutta questa foga amatoria derivi dal fatto che voglia compensare la minidotazione fisica, ma questo non importa (anzi tanto meglio per me).
Ne ho discusso una volta col mio amico Lele (Mora), lui con Fabrizio (Corona) aveva il problema opposto, visto che lo ha ammesso lui in pubblico so che non gli sto facendo alcun torto.

lunedì 17 gennaio 2011

Ebbene si, la donna senza volto di Silvio, sono io. PARTE PRIMA


Abbiamo cercato di tenerlo nascosto a lungo, per difendere la nostra privacy ed io, in particolare perche' temevo che il mondo ed il mio tenerone non avrebbero capito, ma ora che Silvio e' stato costretto ad ammetterlo per difendersi dalle accuse infamanti dei pm, non me la sento piu' di celarmi nell'ombra, sento che e' giunto il momento di stracciare i drappi londinesi tra cui mi ammantavo per pudore ed umilta' e di gridare ai quattro venti tutta la mia passione. Il mio amore, Silvio, ti salvera'!
Tuto comincio' in una torrida notte di inizio estate del 2009, dopo alcune spensierate ore al Testaccio in compagnia di amici, stavo rientrando in taxi al mio hotel quando il taxista comicio' ad incomodarmi con avances pesanti e volgari, gli gridai di farmi scendere immediatamente, minacciandolo con la lima delle unghie, ma purtroppo non appena scesi e chiusi con veemenza lo sportello della vettura non mi accorsi che un lembo del mio Valentino rosso con voulant vi era rimasto imbrigliato, l'auto con una sgommata lo trasformo' in un miniabito molto succinto.
Poco importava, mancavano alcune centinaia di metri, anche se con un tacco 12 sui sampietrini sembrava una impresa alla Florence Griffith. Ero a meta' tragitto con il viso imperlato di sudore ed il maquillage che cominciava a sciogliersi come un panetto di burro dentro ad una fornace di acciaieria quando una limousine nera paro' al mio fianco. Un finestrino oscurato comincio' ad abbassarsi: "Mi consenta bella signora, non posso esimermi dal notare che forse si trova in difficolta'."
Mio dio era lui! Il mio cuore comincio' a battere a mille, cercai di riprendere il sangue freddo per riuscire ad organizzare i miei pensieri e rispondere sensatamente, non ne ebbi il tempo: "Sarei molto lieto di darle un passaggio".
"La ringrazio ma mancano poche centinaia di metri al mio hotel."
"Anche pochi metri per una gioia rara come lei potrebbero essere pericolosi, sa' Roma non e' piu' quella di una volta."
Accettai l'invito. Giunti all'entrata dell'hotel ci fermammo alcuni interminabili minuti a conversare in auto.
"Giovanni ma hai visto come siamo stati fortunati questa notte, abbiamo fatto una buona azione salvando una splendida donzella in pericolo." Disse rivolgendosi all'autista.
Io arrossii' e gli raccontai la mia disavventura.
"Ma e' riuscita a prendere il numero del taxi di quel manigoldo?"
"No, purtroppo."
"Non tutto il male viene per nuocere, se non fosse successo non ci saremmo conosciuti e senza l'incidente dell'abito non avrei potuto apprezzare le sue gambe, ma sa che ricordano quelle della Gabriella Carlucci?
"Troppo buono..."
Ci scambiammo il numero di telefono e quell'incontro fortuito fu il primo di una lunga serie....